BULGARIA: VIAGGIO NEL SELVAGGIO EST

Sapevamo fin dall'inizio che questo viaggio avrebbe presentato tante incognite e nessuna certezza. I primi a sorprendersi sono gli operatori dell'ufficio viaggi: <<Sofia?? Andate a trovare qualcuno in particolare?...>> Se certa gente si facesse un po' più gli affari propri (chiedere a junior in riferimento a Punta Cana 2001)! Inoltre in agenzia non sono disponibili cataloghi o guide di sorta alcuna e gli alberghi contattati tramite Internet non rispondono. Eppure il tutto contribuisce a dare alla vacanza una dimensione di mistero che rende la cosa più interessante...
Non mancano poi i consigli relativi alla sicurezza:
<<Non uscite alla sera... attenti ai tassisti... non fidatevi delle ragazze...>>. Ma noi sempre più spavaldi, anche se per un momento ci è balenata l'idea di cambiare meta.

Fatto sta che giovedì 17 aprile ci troviamo in viaggio per Sofia. Arriviamo nella capitale bulgara (1 milione di abitanti) alle 17:30 locali (1 ora avanti rispetto all'Italia) e la ricerca di un albergo richiede ben poche energie: all'aeroporto tramite un'agenzia  troviamo subito una comoda sistemazione nel cuore della città, ad una cifra tutt'altro che economica. I prezzi negli alberghi, ristoranti e negozi del centro si riveleranno infatti essere paragonabili ai nostri italiani.
Sbrigate le solite pratiche di arrivo in albergo, usciamo in avanscoperta. La prima cosa che balza all'occhio è la segnaletica stradale: tutto esclusivamente in cirillico! Non che la cosa ci preoccupi, però se non te lo aspetti fa un certo effetto...
La città è bella e presenta la singolarità di raggruppare nel raggio di neanche un chilometro i templi sacri di religioni e culture tra loro diverse: si passa dalla sinagoga ebraica alla moschea musulmana, senza dimenticare la chiesa ortodossa russa in classico "stile Cremlino" e le pietre miliari di Sofia, ovvero le chiese  bizantine di San Giorgio e San Sofia (IV-V sec D.C.). Imponente è la cattedrale eretta in memoria dei 200.000 russi caduti in guerra tra il 1877 ed il 1878 per la liberazione della Bulgaria dal dominio turco. Questo mix di stili architettonici è ad effetto!

Cala presto la sera e da questo momento spostarsi per le vie della città è a proprio rischio e pericolo!
All'aeroporto abbiamo già ricevuto la dritta sul locale che va per la maggiore il giovedì notte: l'Escape. Non tardiamo a raggiungerlo, e lungo il percorso si incomincia a intravedere l' influenza della mafia russa.
Si pensi che qui lo standard medio delle auto è quello tipico dei paesi dell'Est, ovvero a "spigolo vivo".
  Bene, ora davanti ad un localino insignificante che si spaccia per Sexy Bar, vediamo arrivare Porsche, Audi A8, Mercedes, BMW ... da cui escono tipi decisamente loschi: completo nero, catenazza d'oro ed uno stuolo di energumeni al seguito, che si atteggiano più o meno da guardie del corpo. Risulta immediato immaginare la classe sociale di provenienza di questi personaggi!
Un'altra cosa che colpisce è il cartello di "divieto d'accesso con pistola" posto all'ingresso di ogni locale. L'Escape non è da meno e prima di entrare subiamo perquisizione ed analisi al metal detector. La cosa si ripeterà poi le sere seguenti negli altri locali. È evidente che qui non sono soliti risolvere le discussioni con una semplice rissa...
Il locale è stato veramente azzeccato: una bolgia di giovani che ballano a ritmo di revival (da loro chiamato retro music) ed un giro di fighe decisamente notevole, come ben sintetizza il commento a caldo di junior: <<Qui devono avere i cromosomi atomici!>>  Per il resto l'impressione è che siano più interessate a ballare che a guardarsi in giro...
Siamo con il freno un po' tirato, poiché il rischio di importunare la ragazza sbagliata è alto!! Comunque dopo un'attenta analisi del territorio passiamo all'attacco, senza per la verità riscuotere grande successo. Infatti questa gente non parla altro che bulgaro ed è palese l'imbarazzo da parte loro nel non riuscire a comunicare: alcune arrossiscono, altre trasformano il sorriso iniziale in una timida riservatezza. Anche fra di loro sembrano poco inclini a fare conoscenza e sono comunque ormai passati i tempi del vecchio Est, in cui le donne morivano dietro agli stranieri nella speranza di farsi trascinare via dalla miseria dei loro paesi. 

Le sere seguenti giriamo per altri locali e, a nostra insaputa, ci imbattiamo in un discopub da brividi... atmosfera da film, ma di quelli in cui non esiste un lieto fine! Giusto il tempo di scolarci un drink e ce la filiamo a gambe levate.
È da notare la quantità incommensurabile di taxi che vagano per la città senza meta o sono in costante attesa ai margini della strada. Questi tassisti hanno volti che incutono timore e ricordano la figura di Caronte, traghettatore nell'antica mitologia delle anime dei morti nell'oltretomba. A spiegazione di ciò uno di loro, nell'accompagnarci all'aeroporto, ci riferisce quanto segue:
<<A Sofia ci sono due compagnie che gestiscono i taxi, una più o meno legale, l'altra legata alla criminalità russa e proprio per quest'ultima cominciano a lavorare i disperati che arrivano in Bulgaria in cerca di un'occupazione: slavi, afgani, macedoni, russi... ne restano poi schiavi finché non pagano un lauto riscatto... spesso non conoscono la città e non sanno neanche dove devono portarti... >>
Questo ha l'aria di essere "uno a posto", ma sul retro del suo biglietto da visita compare l'elenco delle tariffe
orarie delle sue "belle".  <<L'unico modo per non avere guai con le donne qui è pagarle>> ci riferisce.
Senza colpi di scena passano così questi quattro giorni, che hanno sicuramente costituito un'interessante esperienza, lontano dai riflettori delle comuni mete turistiche, ma non per questo meno avvincente!



 


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