CILE TERRA MAGICA

L'aereo della LAN Cile si trova nel mezzo di una fitta coltre di nubi sovrastanti la città di Antofagasta. Perde progressivamente quota per approssimarsi alla pista d'atterraggio. Ed ecco che improvvisamente si presenta ai nostri occhi un paesaggio a noi ancora sconosciuto, sul quale avevo letto e fantasticato da anni...
Ma cosa sarà mai ad attirare così la nostra ammirazione e curiosità? Fitte foreste lussureggianti, campi in fiore, corsi d'acqua, branchi di animali? No, niente di tutto ciò! Siamo nella regione di Atacama, la più arida del pianeta! Qui regna una siccità micidiale, in alcune zone del deserto ci sono voluti 400 anni prima che tornasse a cadere una goccia d'acqua! Siamo inoltre sopra i 2000 metri d'altura e qui il sole picchia...
Ma questo non è un deserto di sabbia come ci si potrebbe immaginare, è un deserto di pietre e rocce, con una grande varietà di minerali che contribuiscono ad accendere il paesaggio di variopinti colori. Predominante è il rosso derivante dall'ossido di ferro... e qui sembra veramente di essere sul "Pianeta Rosso". Valle della Luna, Valle di Marte sono i nomi di alcune aree rocciose nei pressi di San Pedro de Atacama...

Il nostro lungo viaggio dall'Europa, che ci ha visto "on the road" per la bellezza di 30 ore, ha come ultima tappa prima dell'arrivo la città di Calama. Qui all'aeroporto ci aspetta Carlos, la guida che per quattro giorni ci farà strada e ci mostrerà le bellezze e le peculiarità di queste zone.
Carlos
è cileno, sulla sessantina, parla un buon italiano e ci confessa di preferire turisti italiani a tedeschi ed inglesi. Motivi di affinità, mentalità e carattere dice. Ha già raggiunto la pensione ma continua a fare questo lavoro per passione e divertimento.
È molto comunicativo e riesce a trasmettere con naturalezza il suo entusiasmo genuino.
Abbiamo prenotato questo giro guidato contattando un tour operator cileno tramite Internet su consiglio di Alessandro, caro amico argentino sistemato a Parma con la famiglia da diversi anni.
 Quest'agenzia è rinomata nell'organizzare programmi di varia natura, dall'escursione tipicamente turistica all'ascesa alpinistica in alta quota.
Abbiamo optato per un programma classico, che ci porterà a vedere quelle che sono considerate le bellezze imperdibili dell'altopiano di San Pedro de Atacama: deserti di sale, lagune dagli accesi colori, fumarole a sbaffi di vapore provenienti dal sottosuolo, crepacci e vallate dalle bizzarre conformazioni rocciose, vulcani, paesetti caratteristici e verdi oasi.
È un giro intenso, nel corso del quale vedremo molto, ma tutto sommato soft, manca infatti una grande ascesa in quota. Avendo solamente quattro giorni a disposizione ci è stato fortemente sconsigliato, per ragionevoli motivi di acclimatamento, di attaccare cime impegnative... Vabbè, ci adeguiamo col dubbio se sia stata giusta o meno la nostra scelta di passare poi più giorni nella capitale e sulle spiagge di Viña del Mar e Valparaiso.
Verso le 7 di sera di domenica 29 ottobre, dopo un viaggio in macchina da Calama di circa un'ora, raggiungiamo finalmente San Pedro de Atacama. È un paese di un migliaio di anime a 2438 m. d'altura e costituisce il punto di partenza di tutte le escursioni nella zona. Nascosti tra i polverosi vicoli e le caratteristiche abitazioni in mattoni di terra e fango sorgono confortevoli alberghi per turisti. In uno di questi abbiamo il nostro quartier generale per i prossimi quattro giorni.

L'indomani è dedicato alla visita di San Pedro. Si inizia col museo di storia locale, interessante e utile per avere una panoramica generale sulla fauna, sulle popolazioni e sull'evoluzione geologica di quest'area.
Il museo conta svariate mummie risalenti al periodo Inca, ma sono attentamente conservate in locali non accessibili al pubblico. Impressionante è la natura di queste mummie. Si tratta tipicamente di bambini sotto i dieci anni, che gli Inca offrivano in sacrificio al loro dio Sole. Li drogavano, li portavano sulle cime in alta quota e li lasciavano lì in uno stato di torpore, a morire di freddo e di fame! Le gelide temperature ed il basso tasso d'ossigeno hanno conservato questi corpi in ottimo stato sino ai giorni nostri.
Il più sensazionale ritrovamento è avvenuto nel 1999 ad opera di una spedizione del National Geographic sul Cerro Llullaillaco (in lingua Inca "falsa acqua"). Sotto la cima ad oltre 6700 metri di quota giacevano una bambina di 6 anni, un bambino di 7 ed una ragazza di 15. La posizione dei loro corpi indica come stessero tentando disperatamente di ripararsi dal freddo prima che la morte ne prendesse il sopravvento.  Povere creature!
Le montagne erano viste dagli Inca come mezzi di avvicinamento al Sole, più salivano in quota più si avvicinavano al loro dio. Mai l'uomo ha edificato così in alto come sul Llullaillaco. Le piattaforme sacrificali sulla cima di questa montagna a 6700 m. costituiscono il sito archeologico più alto al mondo!

Usciti dal museo ci dedichiamo ad una passeggiata per i vicoli di San Pedro. Carlos ci conduce in un mercato che offre prodotti tipici della zona, tra cui foglie di cocaina boliviana... Ne compra un pacchetto abbondante, valorizzandone le proprietà euforizzanti e "curative". <<A questo livello non è ancora droga...>> ci dice <<...lo diventa nei successivi processi di lavorazione. Ne volete un pò? Da forza e vigore...>> Io mi chiamo fuori, ma junior, preso dalla curiosità, si mette in bocca alcune foglie e inizia a ruminare con cautela... In realtà, affinché diano l'effetto voluto, è necessario assumerne una quantità ben maggiore, così l'esperimento si conclude con un "nulla di fatto".
Non sono neanche le 11 ed il resto del programma odierno prevederebbe un pranzo ed un'ulteriore giro del paese sino alle 4 di pomeriggio... che palle, non esiste! Bisogna movimentare la giornata. Chiedo alla nostra guida se non sia possibile andare in avanscoperta sino al confine boliviano, per avere la possibilità di ammirare le favolose Laguna Verde e Laguna Bianca, situate ai piedi del vulcano LicancaburCarlos sembra entusiasta della nostra iniziativa e così si parte!
Prendiamo una strada asfaltata che in un infinito rettilineo di circa 40 km, interrotto da qualche accenno di curva, sale dai 2400 m. di San Pedro ai 4300 di un avamposto da cui è possibile ammirare di scorcio ed in lontananza le due famose lagune. Non possiamo purtroppo avvicinarci ulteriormente, visto che per passare il confine con la Bolivia lungo la strada asfaltata è necessario un permesso, mentre la via non ufficiale attraverso sentieri improvvisati è altamente sconsigliata per la presenza di mine...
A questo punto è Carlos che vuole proseguire lungo la via principale in territorio cileno, una strada "maledetta" che conta ai propri margini numerose croci. Questa, a dispetto delle sue caratteristiche di strada d'alta montagna, è giornalmente percorsa da diversi autotreni dai pesanti carichi, diretti in Bolivia per lo smercio d'auto cilene usate e in Argentina per il commercio di metalli. E quando cedono i freni, il viaggio di questi camion diventa una corsa alla morte.
Ma sono anche turisti che tristemente hanno perso la vita su questa strada. Carlos è alla ricerca di una croce, la croce di una ragazza italiana rimasta vittima di un incidente alcuni anni fa. Lui si è trovato a passare per caso sul luogo della sciagura e ha prestato i primi soccorsi.
Proseguiamo sino ai Guardiani di Pacana, un insieme di singolari
conformazioni rocciose modellate dalla forza erosiva del vento. La vista di queste sentinelle di pietra è ad effetto. Questo è il punto oltre il quale non possiamo più spingerci, se vogliamo avere sufficiente carburante per il rientro. Invertiamo la rotta senza aver purtroppo trovato la croce.
All'arrivo a San Pedro proseguiamo col programma previsto, ovvero una passeggiata nello spettacolare crepaccio di Kari. Procediamo lungo un canyon attraverso ripide pareti rocciose e su un terreno reso bianco dal sale cristallizzato. Sembra uno scenario fiabesco. Nelle notti di luna piena l' agenzia offre percorsi guidati by hight, semplicemente spettacolare...
Usciti dal crepaccio di Kari entriamo nella Valle di Marte... il solo nome non ha bisogno di commenti! La giornata si conclude con un favoloso tramonto nella Valle della Luna, dove gli ultimi raggi di sole accendono le montagne circostanti di un colore prima arancione intenso e poi viola tenue, notevole!

Martedì 31 ottobre è il giorno più atteso, oggi infatti visiteremo il Salar de Atacama e le lagune dell'altopiano. Il percorso di avvicinamento al Salar evidenzia una volta di più come la siccità in queste zone sia micidiale.
Il cielo è di un azzurro intenso mai visto sino ad ora, i raggi del sole picchiano all'impazzata e si riflettono sullo sterminato manto di sale del Salar, 12.000 km quadrati di superficie! Impossibile stare senza occhiali da sole per noi comuni mortali non abituati a simili ambienti.
A dispetto dell'aridità di quest'area, si è sviluppato qui un delicato ecosistema che vede la presenza del fenicottero rosa (flamenco in lingua spagnola). Allo scopo di salvaguardare questo grazioso e raro animale è stata istituita la riserva nazionale Los Flamencos. Sotto l'immensa piattaforma di sale è presente l'acqua, dove vive il microrganismo che è alla base della catena alimentare del parco.
Ma da dove proviene tutto questo sale? Quando circa 100 milioni d'anni addietro quest'area si sollevò dall'oceano in seguito allo spostamento delle placche terrestri, si creò nella depressione dell'attuale Salar un lago d'acqua salata. Ebbene, una volta di più a dimostrazione di quanto sia incredibilmente arida questa zone del pianeta, l'acqua presente in buona parte evaporò lasciando allo scoperto uno sterminato manto bianco di sale...

Ci vogliono un paio d'ore d'auto per raggiungere i 4200 metri dell'altopiano alla base dei monti Miscanti e Miñique. Quando scolliniamo in cima alla lunga salita, si presenta ai nostri occhi uno scenario spettacolare: siamo di fronte alle due famose lagune! La più grande, la Laguna Miscanti, vanta una profondità di una decina di metri. Entrambe presentano un colore blu molto intenso. Qui regna una calma surreale, qui troviamo per un attimo la pace dei sensi.
Il programma tradizionale prevederebbe ora il rientro a San Pedro, ma Carlos è solito offrire ai turisti un plus... conosce un posto, chiamato Salar das Aguas Calientes, definito da lui spettacolare. Non ci resta che farci accompagnare e lasciarci stupire... acqua verde smeraldo, un manto bianco si sale sospinto dal vento fino sulle pendici delle montagne circostanti, neanche la mano di un pittore riuscirebbe a fare tanto... grazie Carlos!

Tutto molto bello quello fatto sino ad ora, ma ci manca qualcosa, manca il mordente... Vedere così tante cime e non poterle scalare sta diventando una tortura... chiediamo un cambio di programma. Il giorno seguente lo vogliamo dedicare ad un'ascesa in quota al posto del bagnetto nelle rinomate terme di Puritama (direi più adatto ai pensionati...).
La scelta della cima è vincolata dalla necessità di andare e tornare nell'arco di una giornata e dalla pochezza della nostra attrezzatura da montagna, che non conta più di un berretto di lana ed un paio di scarpe da ginnastica... restano il vulcano Lascar (5592 m.) o il Cerro Toco (5608 m.).
Il primo è più aggressivo, è un vulcano attivo, pericoloso, che un anno addietro stava divorando una guida francese di quest'agenzia. Ebbe fortuna e si salvò, ma non tornerà mai più su quella cima!
Le autorità cilene ne hanno attualmente proibito l'ascesa, essendo possibile un'eruzione imminente.
Noi vogliamo correre il rischio, Carlos vede cosa può fare, ma dal quartier generale dell'agenzia arriva un chiaro divieto d'ascesa. Domani scaleremo il Cerro Toco.
Non nascondo a me stesso una certa preoccupazione... in questi due giorni ho tristemente constatato che la mia forma fisica è ai "minimi storici". Le scelte professionali intraprese in quest'ultimo anno mi hanno dato, mio malgrado, poco tempo per curare la forma fisica. Junior non ha certo problemi di questo tipo, ciclista scalatore per alcuni anni, ora sta diventando un maratoneta...   

Mercoledì 1 novembre un gruppetto di 6 persone si trova alla base del Toco, pronto ad effettuarne l'ascesa. Siamo io, junior, Carlos, un signore svizzero, la sua guida (una ragazza dell'agenzia) e il suo autista (un ragazzo boliviano).
Come da previsione junior "vola" lungo i ripidi pendii del Toco, sale con l'agilità di uno stambecco e semina tutti. Io soffro, tiro fuori tutta la determinazione e la concentrazione che possiedo e arrivo a godere il panorama dai 5600 metri della cima...

Siamo di rientro verso mezzogiorno, giusto per goderci un buon pranzo dall'alto contenuto calorico. Il pomeriggio è meritato relax a bordo della piscina del lodge in cui soggiorniamo. Questa sì che è vita...

L'ultimo giorno prevede una levataccia alle 4 di mattina per dirigerci ai 4300 m. del Tatio ed ammirare all'alba le fumarole dei geyser illuminati dei primi raggi di sole. È di certo uno spettacolo che merita.
Si prosegue verso Calama, dove arriveremo verso le 17, giusto in tempo per prendere il volo delle 18 per Santiago.
Ma lungo il tragitto c'è ancora molto da vedere... in particolare attraversiamo paesetti caratteristici quali Caspana, Lasana, Chiu-Chiu, per giungere alla fine a Chuquicamata. Qui si trova la miniera a cielo aperto più grande al mondo. Un immenso cratere artificiale della profondità di circa 1000 metri, che purtroppo non ci è concesso di visitare. Avremmo dovuto fare esplicita richiesta ancora prima di arrivare in Cile. Ma solo respirare l'aria di Chuquicamata è elettrizzante...
Questo autentico colosso, che produce annualmente 300.000 tonnellate di rame, ha dato un contributo fondamentale anni addietro al risanamento del debito pubblico del Cile. La miniera è proprietà della compagnia nazionale cilena CODELCO e costituisce un fiore all'occhiello di questo paese, studiata ed invidiata anche dagli americani.
All'ingresso della miniera sorge la città di Chuquicamata, che un tempo contava 13.000 abitanti, tutti lavoratori della miniera con relative famiglie. Oggi è una città fantasma!
Ogni abitazione ha porte e finestre serrate, su cui cartelli ammonitori ne vietano l'ingresso: <<Avvertimento: l'immobile è in fase di smantellamento. Non entrare...>> Nella piazza principale si trovano ancora manifesti pubblicitari datati alcuni anni addietro. Qui il tempo sembra essersi fermato!
Questa città verrà presto inghiottita dalle minacciose montagne di rifiuti di rame che la circondano. La produzione della miniera non può fermarsi di fronte a nulla... I minatori sono stati sfollati ed ora alloggiano in nuove abitazioni a Calama, motivo ufficiale il crescente inquinamento prodotto dalla miniera.

All'aeroporto di Calama ci congediamo da Carlos, valida e simpatica guida, e saliamo sull'aereo che ci condurrà a Santiago via Antofagasta.
Alle 22 giungiamo nella capitale. Qui riprendiamo lo stile di vacanza che ci ha contraddistinto nelle nostre precedenti trasferte all'insegna dell'improvvisazione. Saliamo sul primo taxi trovato all'uscita dell'aeroporto, chiedendo di essere portati in un decente albergo situato in un quartiere dall'animata movida notturna.
Il tassinaro sembra sapere il fatto suo, ma poi si ferma a bordo strada
aspettando che i suoi colleghi gli indichino un albergo disponibile. La storia sembra andare troppo per le lunghe e così mi balena l'idea, piuttosto masochista, di tirare dritto per Viña del Mar, un centinaio di km di distanza da Santiago! Facciamo l'ultima tirata e poi ci attenderà il meritato riposo.
Siamo in piedi dalle 4 di mattina, abbiamo alle spalle un volo aereo di 3 ore ed un'ascesa a 5600 m.
il giorno precedente... il bisogno di chiudere gli occhi è forte, ma preferisco vegliare e controllare dove ci porta il tassinaro. Arriviamo a
Viña a mezzanotte, mi stupisco di non essere "crollato".
Questa località balneare è una delle più rinomate in Cile. Impressiona la quantità di edifici e grattacieli adibiti ad uso turistico. Ma allora dove è tutta le gente, dove è la bolgia? Siamo a inizio novembre, purtroppo ancora fuori stagione. Solo a gennaio e febbraio
Viña si trasforma... Cerchiamo ad ogni modo di fare del nostro meglio per capovolgere la situazione anche se sappiamo di doverci scontrare con spiagge semideserte, dove tira ancora una brezza tutt'altro che calda, e locali vuoti e spenti. Troviamo comunque dolce compagnia, con cui trascorriamo qualche piacevole serata...
Anticipiamo la partenza per la capitale, in modo da avere a disposizione qualche giorno in più per visitare la città, sia di giorno che "in notturna"... Rimaniamo soddisfatti della scelta, Santiago si conferma una bella e vivace metropoli.
Ma impresso nelle nostre menti rimane il ricordo dei giorni trascorsi ad Atacama, una regione magica, dove ancora ci aspettano cime come il Licancabur, il Pular ed il Llullaillaco. La prossima volta voleremo più alto!





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